martedì 17 giugno 2008

Lettera ad un amico

Caro Franco ,
ti racconto questa storiella che mi è capitata stamattina. Non è proprio una storia di Porta Palazzo, ma potrebbe diventarlo. Oggi, lo sai, è una giornata diversa.
Sono uscita presto, sono passata al caffé Roma per la colazione, c'era la solita animazione: arabi, africani, donne velate con i bambini e alcuni habituè della mattina.
Un cappuccino per Rita. Cosa prendi, Stefano? Due caffé macchiati e un bicchier d'acqua.
Due chiacchiere con la ragazza del bar, è straniera, forse Rumena. Devo andare a un matrimonio, mi dice, voglio fare di nuovo i capelli neri, cosa ne pensa? Mah, dico io, il castano chiaro che hai è bello, perchè cambiarlo? Eh ma con il vestito mi piace di più il nero. E com'è il vestito? Viola.
Viola?
Certo, commento, viola e nero mi sembra un po' pesantino. No, dice lei, forse non è proprio viola, guardi, è come il mio ombretto.
Suscitando l'ilarità di tutti i presenti si sporge sul bancone verso di me con gli occhi chiusi affinché io possa vedere bene il colore dell'ombretto. Ma quello non è viola, le rispondo, quello è un lilla chiaro. Va bene, dico, se l'abito è lilla, vada per i capelli neri.
Esco dal bar, vado a comprare i giornali, faccio una passeggiata . L'aria fresca quasi fredda mi scompiglia i capelli. La solita animazione del mercato. La vita continua.
Sento la tua assenza, Franco, ma la sento come una cosa naturale. In effetti non è un'assenza, è una presenza diversa..
Penso a tutte le cose che mi hai insegnato, tante, proprio tante. Mi sento molto più ricca. Certo che per insegnarmi a cantare in piemontese dovevi arrivare proprio tu dalla Calabria!
Mi viene da ridere. Penso al racconto della tua prima visita in casa dei tuoi vicini piemontesi, quei vicini che dopo anni di buongiorno e buonasera avevano finalmente invitato la tua famiglia a prendere il caffé a capodanno. Una famiglia di meridionali, sì, però bravi! E voi due, tu e tuo fratello, talmente intimoriti dalle raccomandazioni di vostro padre, siete rimasti due ore zitti, e immobili, come statue.
La vita continua. Sono sicura che tra 30 o 50 anni ci sarà qualcuno che davanti a una platea di gente colorata farà questa premessa: "questi canti fanno parte del repertorio di canzoni popolari italiane raccolte da Franco Lucà, e io ho conosciuto persone che le hanno imparate da lui e cantate con lui". Questo qualcuno magari sarà di origine rumena, o marocchina, o senegalese. Prenderà in mano una chitarra e intonerà "Guarda là n'cula pianura" o "Amore mio non piangere" o "Bella ciao".
Questo qualcuno sarà il figlio, il nipote, di una famiglia d'immigrati, di quelli che oggi faticano a trovare una casa perchè nessuno vuole affittare un appartamento a persone che fanno chiasso, che sporcano, e chissà cos'altro.
Grazie Franco, stasera canteremo per te.
Ciao
Vilma

venerdì 13 giugno 2008

L'Espresso di questa settimana

Porta Palazzo è sulla copertina de L'Espresso in uscita oggi.
Naturalmente, nulla di lusingante, men che meno il reportage all'interno.

giovedì 12 giugno 2008

LE FOTO!

Tante e belle le foto scattate alla festa dell'11 maggio, queste solo alcune...
Tutte le altre sul nostro nuovo album fotografico...
http://www.flickr.com/photos/laghiacciaiadiviapriocca
Photos by Vilma, Fabio, Stefi, Ricky e l'amica Bonaria di Vio.