domenica 12 aprile 2009

Oggi è il giorno di Pasqua

Oggi è Pasqua. Piove. Esco presto per la solita passeggiata prima di iniziare qualsiasi attività. Forse quest'abitudine di uscire la mattina è il retaggio del tempo in cui uscivo per andare al lavoro? Chissà.
Attraverso la piazza del mercato, vuota e ripulita. Come sempre hanno ritirato i banchi e tutta la spazzatura: cassette di legno e di plastica, avanzi di frutta e verdura, sacchetti e cartacce, anche la carta bianca e blu a festoni e tutte quelle bottiglie di birra lasciate a terra dalla gente dell'est europeo che affolla lo spazio davanti alla tettoia dell'orologio sbevazzando a tutte le ore del giorno. Tutto è a posto e la piazza è vuota, il pavimento in pietra è lucente di pioggia. Passo sotto le porte palatine poi verso piazza Castello. Sotto gli archi di fianco al duomo i miei passi rimbombano, non c'è ancora nessuno in giro, neanche la solita zingara che se ne sta sempre qui seduta a terra con la mano tesa augurando a tutti tanta fortuna. Mentre scendo verso via Po sotto i portici di piazza Castello incontro il mendicante cieco che sta andando a posizionarsi sull'angolo con via Accademia delle Scienze e per tutto il giorno chiederà l'elemosina ripetendo la solita litania. Vado a bere il cappuccino da Antonio. Antonio ha aperto da poco ma è già allegro e pimpante. Fischietta canta mentre disegna ghirigori di schiuma di latte sulla tazza. Passo a prendere il giornale e rientro, ha smesso di piovere, ma sarà per poco. Passo ancora in piazza Castello e sento da lontano la voce inconfondibile del mendicante cieco che ha iniziato la giornata: 'tanti auguri a voi e alle vostre famiglllie ...non c'è denaro che valga la visssta'. La piazza è più animata ora, gruppi di turisti guardano nella stessa direzione, ora a destra, ora a sinistra seguendo le spiegazioni delle guide. In via XX settembre incontro un altro habitué, sta sistemando la sua pianola e lo sgabello, per tutto il giorno, pioggia permettendo, ripeterà lo stesso motivetto sperando nelle monetine lasciate dai passanti. Il giorno di Pasqua inizia e io mi ritiro. Oggi starò a casa.

Il pane per Omar

Più del solito oggi il mercato è un esplosione di gente e di colori. Domani è Pasqua. Io non andrò via, il tempo è brutto e si prevede ancora pioggia. Con fatica riesco a fare spesa: pane e cose varie per i panini, se il tempo migliorasse andrò a fare una camminata sulle colline di Torino. Il mercato sotto la tettoia dell'orologio è gremito di gente, si fa fatica a camminare, ugualmente affollato è il mercato dei contadini.
Nonostante la pioggia i banchi sono tanti, ci sono tutti i soliti produttori e anche tanti nuovi venditori occasionali. E quanti colori, molti espongono grandi mazzi di lillà, e lunghi rami di fiori di pesco, poi fiori gialli, fiori rossi insieme alle tante erbe tipiche della stagione. La primavera è esplosa, ma il tempo continua ad essere incerto.
Ho fatto un giro presto, perchè sapevo che più tardi sarebbe stato troppo affollato. Una meraviglia come sempre, un bagno di folla di colori e di odori.
Tornata a casa sotto la pioggia, posando le mie borse noto una scritta con il pennarello sul sacchetto del pane: OMAR UNA CIABATTA GIALLA. Mi sono ritrovata il sacchetto di Omar. La panettiera sicuramente aveva messo da parte il sacchetto con il pane per Omar, ma Omar oggi forse non ha comprato il pane, oppure chissà, ne ha comprato più del solito e il sacchetto non è servito, così lo ha riciclato ed è toccato a me.