mercoledì 3 dicembre 2008

Wilma, la storia di un nome

Non so perché mi sia venuta l'idea di scriverla qui questa storia, non è una scena di porta palazzo, o forse sì, lo è perché io a porta palazzo ci vivo e comunque questa è la storia di un nome ma è anche una storia di emigrazione.

Non ho mai capito perchè mia madre avesse scelto per me questo nome: Wilma. Sono certa che è stata lei a sceglierlo e mio padre lo ha accettato. Non gliel'ho mai chiesto perchè ce n'era del tempo per parlarne! I genitori sembra non debbano morire mai, invece lei è morta ed è morto anche mio padre e questa domanda è rimasta senza risposta.

Come è venuto in mente quel nome a mia madre diciannovenne ancora scossa da una guerra terribile terminata solo 4 anni prima. Come ha fatto a scovarlo in un paese sperduto tra le Langhe, in una gelida giornata di febbraio, con la neve che cadeva da giorni, con le strade chiuse. Un parto difficile, portato a termine con il solo aiuto di sua madre e della 'levatrice'. Da dove è venuto fuori il nome Vilma in un'epoca in cui si imponevano ai bambini i nomi dei nonni oppure si sceglievano sul calendario.

Mia madre ha voluto chiamarmi così, quel Wilma che si è trasformato in Vilma perchè una legge fascista ancora esistente non permetteva l'uso di nomi 'stranieri'. Battezzata perché. Non c'è un perché i neonati si battezzavano e basta.
Il vecchio don Gallesio non voleva saperne di amministrare il sacramento alla neonata usando quello strano nome, non avrebbe avuto santi protettori. Impossibile. Che fare? Mia madre a letto, ancora debole, voleva quel nome e qui deve essere intervenuto mio padre, perchè lui da solo mi portò in chiesa, camminando a piedi nella neve alta e con il parroco giunse ad un compromesso. In chiesa, ma solo in chiesa la neonata si sarebbe chiamata anche Maria.
Sorrido al pensiero, perchè la stessa cosa fece mio padre quando nacque mio fratello, anche in quel caso intervenne sul nome, ma questa è un'altra storia.

E allora Wilma, Mariavilma. Vilma, da dove arriva questo nome?

A Torino, dove I miei genitori si trasferirono per sfuggire alla miseria del dopo guerra, iniziai la scuola elementare.
Le mie compagne si chiamavano: Anna Maria, Giusi, Antonietta, Teresina, Mariangela e io Vilma.
Erano nate a Torino e io nelle Langhe. Non osavo dire dove ero nata, perchè mi guardavano in modo strano (anche le maestre). E dov'è questo posto?
Straniera.

Ebbene, ho capito. Ho capito molto tempo dopo da dove arrivava questo nome insolito.

Qualche anno fa mio fratello ha scritto la storia dei nostri bisnonni, una bella storia, e per ricostruirla abbiamo fatto ricerche in comune, abbiamo scovato e letto vecchie lettere, abbiamo riagganciato i discendenti di un fratello della nonna emigrato in Argentina ai primi del 900.

Proprio una lettera di Cesare, il fratello maggiore della nonna e zio di mia madre mi ha svelato il mistero.
Nella lettera, inviata nel 1938, Cesare scrive a mia nonna di quanto fosse dura la vita in Argentina, parla della nascita dei figli, ne aveva già una di nome Ellèna (come la bisnonna) e ora, altre bocche da sfamare, erano nate due 'binelle' chiamate Esther e Wilma.
Ecco! Ecco da dove arriva il mio nome. Mia madre aveva allora 8 o 10 anni deve aver sentito mia nonna leggere ad alta voce la lettera, il nome le deve essere piaciuto, lo ha memorizzato e ha deciso lo avrebbe dato a sua fglia.
E' così in quella gelida giornata di febbraio, un metro di neve, un parto difficile, il medico che non arriva, madre e figlia che lottano contro la morte , quel nome viene fuori: Wilma

Nel 2007 sono andata in Argentina. Le gemelle erano ancora in vita, Wilma viveva in Texas dove si era trasferita con il figlio Carlos. Esther invece l'ho incontrata a Buenos Aires ho conosciuto la cugina di mia madre, la figlia di quel Cesare che scrisse in quella lettera di tanti anni prima, quel nome per me così importante.
Ho scoperto che in Cile ed in Argentina il nome Wilma o Vilma è molto diffuso. In Cile a Puerto Mont, sul porto c'è un ristorantino che si chiama "Wilma". Si chiamava Vilma anche la proprietaria di un alberghetto dove ho dormito a Punta Arenas. C'è perfino una Wilma nel film cileno che ha vinto il Torino Film Festival: Tony Manero.

mercoledì 29 ottobre 2008

Quanto costa una testa d'aglio?

Ho lavorato alcuni giorni al salone di Terra Madre di fianco a quello del Gusto.
Alla sera arrivavo a casa molto tardi, niente mercato, negozi chiusi e in casa non avevo più nulla da mangiare. Certo arrivare dal salone del gusto e prepararsi una pasta in bianco e nient'altro è il colmo, ma in questi giorni ho fatto così.
Stamattina vado finalmente al mercato.
Prima tappa caffè Roma
La vita ha ripreso il suo ritmo: c'è un arabo che beve il caffè macchiato e un bicchier d'acqua, un africano con un cappuccino e un cinese che fa colazione con cappuccino e croissant. Questa è la cosa che mi sconvolge di più, perchè in Cina non c'è proprio l'abitudine di mangiare al mattino qualcosa di dolce, né tanto meno di bere il latte! Sarebbe come se a noi presentassero una minestra di riso con verdure galleggianti di prima mattina. Io che ho grande spirito di adattamento devo dire ch ho fatto fatica ad abituarmi al cibo salato per colazione. L'ho mangiato, come fanno i cinesi, non voglio certo fare la figura di quella che pretende il cibo europeo, ma non mi ci sono abituata per niente.
Bene, caffè e poi al mercato.
Un chiacchierare nel banco vicino attira la mia attenzione. Faccio finta di guardare la merce ed allungo le orecchie. Un signore sui quaranta vestito semplicemente giubbotto blu e pantaloni da lavoro parla al telefonino, evidentemente con la moglie. Un altro signore, più anziano, capelli grigi riportati sulla testa calva, occhiali da miope con montatura chiara aria paciosa scuote la testa con disapprovazione. Il signore del telefonino smette di parlare, ritira un pacchettino, paga e se ne va. L'altro signore sempre scuotendo la testa e ridacchiando: ha visto? mi dice. Si lamentano che tutto aumenta, è vero che tutto aumenta, ma questo ha chiamato la moglie al telefono per sapere che tipo di aglio doveva comprare. Ma non si potevano mettere daccordo prima? C'era proprio bisogno di fare una telefonata? Ma quanto gli è costato quell'aglio?

lunedì 15 settembre 2008

Agli amici della ghiacciaia e a tutti quelli che hanno ripreso il lavoro

Non dimenticatevi di vivere.
Sono rientrata alla ghiacciaia da qualche settimana, ma la testa non ha ancora ripreso del tutto a funzionare e non è detto che questo sia un male, ammesso che prima funzionasse.
Non sono mai stata particolarmente attenta all'aspetto fisico, ma da quando sono rientrata non mi trucco quasi più, non faccio la piega ai capelli, non mi vesto, mi copro.
Mi lavo, questo sì, per forza, lo facevo anche là, con la differenza che con l'acqua che uso ora per una doccia là mi lavavo almeno tre volte ed ero ugualmente pulita.
E la casa? Non sono mai stata maniaca dell'ordine e della pulizia, ma ora, mi rendo conto ancor di più di quanto tempo spreco per avere una casa decente. Se avessi un quinto di ciò che possiedo vivrei bene lo stesso e sarei meno schiava.
Stamattina sono iniziate le scuole. Coperta, spettinata, senza trucco e ahimè anche senza ombrello sono uscita pensando di vedere l'animazione di quando la vita riprende in pieno.
Volevo fare una passeggiata, fare la spesa, prima di mettermi al lavoro per preparare la relazione dei miei viaggi e soggiorni in Himalaya.
Sono passata al bar Roma per il caffè. Tranquillo, poca gente e i pochi tutti italiani. Già ho pensato, non ci sono arabi, loro sono in ramadan, e quindi manca almeno il 50% degli avventori, dell'animazione, del colore.
Il mercato è ridotto, oggi è lunedì. Il cielo già nuvoloso si è scatenato in un violento acquazzone. Gocciolante e anche un po' infreddolita sono tornata a casa, velocemente e a mani vuote.
In Himalaya mi ero comprata un vestito tibetano, pensando di indossarlo nelle piovose giornate invernali. E' già ora, oggi è una bella giornata piovosa.
Ora sono qui davanti al computer, con indosso il vestito tibetano e in compagnia della voce malinconica di Bob Dylan che mi miagola nelle orecchie “the answer my friend is blowing in the wind” .
Niente spesa, mangerò quello che ho in casa, riso e pomodori, in fondo si può vivere con poco.

martedì 19 agosto 2008

magmapadano in Texas

ciao a tutti,
questo il nostro blog - in aggiornamento continuo - del nostro soggiorno in Texas!
look at:
http://www.magmapadanotexas.blogspot.com
stefania e ricky

martedì 22 luglio 2008

31 luglio

Cari Abitanti della Ghiacciaia,

Viorica il 31 luglio compie 31 anni.
Lo so, l'età potevo non rivelarla ma la kabala mi impone di fare un ragionamento con tutti voi:
31 anni il 31 luglio oltre a capitare solo una volta nella vita porta con sè anche un oscuro significato nei suoi numeri: 3+1 fa 4 e 4 per ben due volte in un solo giorno è un doppio augurio di Comando, Progresso, Successo, Misericordia, oltre a rappresentare la sfera dell'Intimo e del Reale Essere, che quelli che un po' mi conoscono, sanno essere una sfera molto importante della mia esistenza. Non faremo 4+4 perchè il suo risultato porta a 8 = prove, sofferenze e dolori. Il numero di Giobbe. La pazienza. Passi la prima parte, la seconda mi è oscura ma la terza, hmmm... tutti sanno che la pazienza proprio non fa al caso mio.

Allora per festeggiare questo doppio 4, passate giovedì 31 a partire dalle 20.30 circa: vi aspetto sul mio terrazzo (e voi terrazzati del primo e terzo piano non ridete... lo so, ci stringeremo!) e conteremo le nostre presenze nella speranza di essere in 22 che per tutti sarebbe un buon auspicio di verità. Vittoria. Trionfo. Tutto finisce bene. Buona fortuna. Potere. Forza.

Se avete piacere di partecipare portate l'allegria della ghiacciaia e se vi va, una bottiglia 'de quel bon' come si dice a casa mia.

Vi aspetto,
VIO



martedì 8 luglio 2008

Vilma in Piccolo Tibet

Giovedì 26 giugno,
Vilma è partita per il Piccolo Tibet,
il suo diario su
http://www.zanskar-pa.blogspot.com
Buon viaggio Vilma!
dagli amici della Ghiacciaia...

martedì 17 giugno 2008

Lettera ad un amico

Caro Franco ,
ti racconto questa storiella che mi è capitata stamattina. Non è proprio una storia di Porta Palazzo, ma potrebbe diventarlo. Oggi, lo sai, è una giornata diversa.
Sono uscita presto, sono passata al caffé Roma per la colazione, c'era la solita animazione: arabi, africani, donne velate con i bambini e alcuni habituè della mattina.
Un cappuccino per Rita. Cosa prendi, Stefano? Due caffé macchiati e un bicchier d'acqua.
Due chiacchiere con la ragazza del bar, è straniera, forse Rumena. Devo andare a un matrimonio, mi dice, voglio fare di nuovo i capelli neri, cosa ne pensa? Mah, dico io, il castano chiaro che hai è bello, perchè cambiarlo? Eh ma con il vestito mi piace di più il nero. E com'è il vestito? Viola.
Viola?
Certo, commento, viola e nero mi sembra un po' pesantino. No, dice lei, forse non è proprio viola, guardi, è come il mio ombretto.
Suscitando l'ilarità di tutti i presenti si sporge sul bancone verso di me con gli occhi chiusi affinché io possa vedere bene il colore dell'ombretto. Ma quello non è viola, le rispondo, quello è un lilla chiaro. Va bene, dico, se l'abito è lilla, vada per i capelli neri.
Esco dal bar, vado a comprare i giornali, faccio una passeggiata . L'aria fresca quasi fredda mi scompiglia i capelli. La solita animazione del mercato. La vita continua.
Sento la tua assenza, Franco, ma la sento come una cosa naturale. In effetti non è un'assenza, è una presenza diversa..
Penso a tutte le cose che mi hai insegnato, tante, proprio tante. Mi sento molto più ricca. Certo che per insegnarmi a cantare in piemontese dovevi arrivare proprio tu dalla Calabria!
Mi viene da ridere. Penso al racconto della tua prima visita in casa dei tuoi vicini piemontesi, quei vicini che dopo anni di buongiorno e buonasera avevano finalmente invitato la tua famiglia a prendere il caffé a capodanno. Una famiglia di meridionali, sì, però bravi! E voi due, tu e tuo fratello, talmente intimoriti dalle raccomandazioni di vostro padre, siete rimasti due ore zitti, e immobili, come statue.
La vita continua. Sono sicura che tra 30 o 50 anni ci sarà qualcuno che davanti a una platea di gente colorata farà questa premessa: "questi canti fanno parte del repertorio di canzoni popolari italiane raccolte da Franco Lucà, e io ho conosciuto persone che le hanno imparate da lui e cantate con lui". Questo qualcuno magari sarà di origine rumena, o marocchina, o senegalese. Prenderà in mano una chitarra e intonerà "Guarda là n'cula pianura" o "Amore mio non piangere" o "Bella ciao".
Questo qualcuno sarà il figlio, il nipote, di una famiglia d'immigrati, di quelli che oggi faticano a trovare una casa perchè nessuno vuole affittare un appartamento a persone che fanno chiasso, che sporcano, e chissà cos'altro.
Grazie Franco, stasera canteremo per te.
Ciao
Vilma

venerdì 13 giugno 2008

L'Espresso di questa settimana

Porta Palazzo è sulla copertina de L'Espresso in uscita oggi.
Naturalmente, nulla di lusingante, men che meno il reportage all'interno.

giovedì 12 giugno 2008

LE FOTO!

Tante e belle le foto scattate alla festa dell'11 maggio, queste solo alcune...
Tutte le altre sul nostro nuovo album fotografico...
http://www.flickr.com/photos/laghiacciaiadiviapriocca
Photos by Vilma, Fabio, Stefi, Ricky e l'amica Bonaria di Vio.
























sabato 31 maggio 2008

Uova e ricette

Sabato 31 maggio 2008
E' sabato mattina, faccio un giro al mercato. Sono le 9. Al sabato c'è una gran folla già di prima mattina e la situazione non cambia per tutto il giorno. Giro tra i banchi del mercato dei contadini. I discorsi che si sentono di più stamattina riguardano la pioggia. Capto dei frammenti di frasi: ....e sì, ma con la pioggia che è venuta... ma le ciliegie... eh, con questa pioggia... ma sa che nel giro di un'ora sono venuti giù enne centimetri di pioggia? In effetti piove da almeno 20 giorni e negli ultimi giorni ci sono state emergenze, inondazioni, frane e nelle valli montane qualcuno ha perso la vita.
Sono indecisa su cosa comprare, soprattutto mi perdo a guardare la gente che ho intorno. Mi perdo tra i profumi che avverto forti nonostante la pioggia caduta. Mi inebriano e mi riportano per un attimo a mio padre e all'orto che coltivava nelle Langhe, lo stesso odore di terra umida, il profumo fresco dei piselli, delle fave, quello più pungente dei cipollotti e le erbe: la camomilla, la menta, il basilico. Manca solo la puzza di Brick, il segugio che scuoteva con forza il pelo fradicio e dimenandosi all'impazzata mi saltava addosso incurante dei miei NO! Giù. Stai giù. Fermo lì. Al colmo della felicità appoggiava le zampe infangate sulle mie spalle e cercava, invano, di leccarmi il mento per manifestare tutto il suo affetto.
Passo oltre, vado verso i banchi delle uova. Sì perché ci sono almeno tre banchi che vendono solo uova! Mi avvicino ad uno, attirata come sempre dalla venditrice. Potrebbe essere una ex figlia dei fiori. Pantaloni di tela grigia, larghi, comodi, una felpa verde scuro almeno tre taglie più del necessario. Capelli castani, lunghissimi, raccolti in una coda che si allarga a onde morbide sulla schiena. Il volto magro senza un filo di trucco.
A velocità supersonica sistema le uova adattando i contenitori di cartone a seconda della richiesta del cliente. 6 uova? 24? 18? Pronti. Un contenitore sotto, uno sopra, tre elastici. Finito. Intanto chiacchiera e con la stessa velocità racconta di sua nonna di Trieste, delle proprietà delle uova, di quante ne mangia suo nonno e distribuisce ricette scritte a mano e fotocopiate. Ce l'ha già quella della crostata? Eccola, oggi ho anche quella dello strudel, prendi pure. Ah buongiorno signora, è da un po' che non la vedo, come sta? Vuole una ricetta? La prenda pure.
Arriva il mio turno. Scusa un attimo, ho caldo, dice sfilandosi una delle due felpe che indossa.
Per forza hai caldo, dico io, lavorando a questa velocità, oggi c'è anche un po' di sole.
Dammene solo 4, per favore, io non devo mangiare troppe uova.
Ma lei pronta: il tuorlo d'uovo è vero ha il colesterolo, ma il 90 per cento è colesterolo buono, leggi qui, tieni, tieni pure l'articolo. E mi mette tra le mani un articolo di giornale che recita: "L'uovo fresco frena il colesterolo". Anche questo è una fotocopia, quante ne avrà sotto il banco? Veramente abile, tutto il mio rispetto. Rientro a casa con in borsa la borraggine, un mazzo di ortiche e 6 uova fresche.

Oggi nulla di particolare

Martedì 27 maggio 2008
Nulla di particolare, ma sento il dovere di scrivere. Devo iniziare un lavoro e prima di farlo mi devo caricare di energia. Quindi colazione e passeggiata. Ho capito, il mercato per me sta diventando una necessità, quasi una meditazione, mi trasmette energia.
Entro nel mercato coperto, la gente mi affascina. Attirano la mia attenzione i venditori indaffarati, ordinati e puliti nella loro divisa. Quasi tutti indossano una divisa, chi azzurra, chi rossa chi a sottili righe bianche e rosse. I capelli raccolti sotto un copricapo, i riccioli o le code di cavallo spuntano dietro una cuffia, una bustina o una bandana. Sì, i più giovani hanno scelto la bandana per tenere in ordine i capelli. Sono ben vestiti, le donne quasi sempre ben truccate, alcune un po' eccessive ma non stonano, anzi.
La mattina presto i banchi sono carichi di merce fresca pronta per essere venduta. Montagne di salciccia arrotolata, involtini già pronti coperti da una gran foglia di salvia. Caciotte, formaggi d'ogni genere fanno bella mostra di sé. Appesi in alto file di prosciutti e insaccati di ogni forma e dimensione.
E i profumi... Appena entrata mi assale il profumo appetitoso dei salumi, poi quello mediterraneo delle olive. Mi penetra nelle narici un profumo intenso di affumicato, profumi nuovi, fragranze di altri paesi, poi quello invitante dei formaggi. Subito dopo mentre questo si affievolisce mi invade la fragranza del pane sfornato da poco e l'aroma del caffé tostato di fresco. Sono alla porta, dovrei uscire, ma giro a sinistra e continuo tra i banchi di questo labirinto che ancora oggi non capisco come sia organizzato.
In uno dei corridoi più esterni c'è un banco di pasticceria fresca, ho già avuto l'occasione di constatare che è ottimo, mi fermo anche perché qui ci sono sempre dei vecchietti e delle vecchiette che fanno una pausa caffé, io ho appena fatto colazione e non è il caso che mi prenda un altro caffé ma giusto per non perdere l'abitudine compro un po' di biscotti freschi.
Poi continuo, passo tra la gente che cammina, si ferma, paga, ritira sacchetti, buste di plastica, saluta. Gente di tutti i colori e di tutte le razze, africane con le treccine e gli abiti dai colori vivaci, ragazze arabe con il velo acconciato con civetteria, una donna dell'Italia del sud, minuta, tutta vestita di nero, la gonna alla caviglia e i capelli bianchi raccolti sotto un foulard nero. Ce le siamo dimenticate? Forse, ma a Porta Palazzo se ne vedono ancora.
E i Rom, ma quanto sono belli i Rom? Sono inconfondibili, gli uomini con i baffoni neri e le donne con lunghe trecce. Le donne spiccano per i loro colori sgargianti tra tutta questa umanità già così colorata. Gonne enormi rosse, gialle, a fiori o bianche, sì bianchissime e luccicanti. Scialli e grandi foulard verde brillante, giallo evidenziatore, enormi rose stampate.
Strati di arricciature e di sottogonne si sollevano a ogni passo e lasciano intravedere calze rosse o verdi e gli zoccoli con la suola in sughero alta almeno 12 centimetri. Forse sono quelle scarpe a dare loro il tipico procedere morbido e ancheggiante. Come invidio queste gonne! Ma dove le trovano? Le vorrei indossare anch'io ma non riuscirei ad avere lo stesso portamento.
Tra gli stand passa il solito ambulante che distribuisce gratuitamente Cronaca Qui, o Torino Cronaca. Lui fa il suo lavoro onestamente ma mi disturbano questi giornali che fomentano odio e razzismo tra gente che vorrebbe solo vivere in pace.

mercoledì 21 maggio 2008

Orgogliosi di Porta Palazzo

Sono le 9 del mattino C'è ancora poca gente al mercato coperto. Mi avvicino ad un banco di formaggi attirata dall'aria gioviale del negoziante. E' giovane, forse sui 40. I capelli neri tagliati cortissimi incorniciano un bel viso pacioso, da luna piena, subito pronto al sorriso.
Guance colorite, labbra rosse, carnose e una fila di denti bianchissimi che sembrano non aver avuto mai bisogno del dentista. Di sicuro è uno che ama la vita, il buon cibo e il buon vino.

Passa un ambulante e lascia alcune copie gratuite di un giornale.
Ne vuole uno? Dice rivolto a me, e me lo dà senza aspettare risposta. Ma sì, penso io, prendiamo il giornale, anche lui deve fare il suo mestiere!
Butto gli occhi sui titoli anzi sui TITOLONI: 130MILA IMMIGRATI....ma quanti zeri ! Ragazze STUPRATE, SANGUE, SGOZZAMENTI. La città degli ORRRRORI.
Ah no, dico al negoziante,Torino Cronaca non mi interessa proprio, le spiace se glielo lascio qui?
Il viso del negoziante si apre in un largo sorriso, le guance sembrano diventare anche più rosse.
Ah Ah, Ah, , mi risponde ritirando il giornale, Ho già capito, Ho già capito quello che lei intende, questo è come Novella 2000. Poi continua con aria complice: Se lo ricorda lei Drive In?
Io non me lo ricordo, ma me lo ricorda lui.
Si ricorda? “Novella 2000 e Eva Espress più che notiss è spetteguless!” ah, ah, ah e si fa una risata sonora, poi continua:
Sa che NOI gli abbiamo fatto causa una volta?
Al giornale? Chiedo io più che mai interessata al soggetto, E come mai?
Eh sì, gli abbiamo fatto causa perché aveva pubblicato una notizia a titoli cubitali
RISSA CON ACCOLTELLAMENTI A PORTA PALAZZO !!!
scandisce le parole sottolineandole con un gesto della mano aperta.
La rissa c'era stata, sì, ma non qui da NOI. Era stata in corso Giulio Cesare, ma laggiù in fondo quasi alla Falchera, non a Porta Palazzo, altro che Porta Palazzo! Fanno presto loro a scrivere. Noi, gli abbiamo fatto causa NOI, sottolineando quel noi come dire: Noi commercianti, noi che lavoriamo e che viviamo a Porta Palazzo, noi che siamo orgogliosi di questo quartiere e lo difendiamo quando viene ingiustamente demonizzato!

Starei ancora volentieri a chiacchierare, ma ho poco tempo, pago, saluto e cerco di memorizzare la posizione del banco nel labirinto del mercato coperto. Ok, entrando dalla zona dei contadini è vicino alla porta. Facile. Non so se mi abbia dato del formaggio buono o scadente, non so se mi abbia fregata sul peso o sul costo, una cosa è certa, da questo negoziante devo tornare.

lunedì 12 maggio 2008

inviateci le vostre foto

GRAZIE
a tutti coloro che hanno partecipato alla nostra festa,
nel bello e nel cattivo tempo!
Se avete scattato delle foto e volete condividerle con noi,
inviatecele a:
laghiacciaiadiviapriocca@gmail.com
ovviamente le più belle saranno pubblicate.
A presto...

TORNIAMO SUBITO

Il nostro amico Walter, ieri alla festa,
ci ha regalato Paradise Birds,
un servizio di sale e pepe di Alessi disegnato da Stefano Giovannoni con Rumiko Takeda.
Bene, alla fine della festa, rientrando in casa, troviamo questo:

Da numero telefonico non identificato:
------ MMS ------
Da: +39349xxxxxxx/TYPE=PLMN
Inviato: 11 Mag 2008 23:51
"Fate un'offerta valida se volete rivederli!"

Noi - molto preoccupati - rispondiamo subito!
"Tanta pizza e tanta birra!"
------ MMS ------
Da: +39349xxxxxxx/TYPE=PLMN
Inviato: 12 Mag 2008 00:11
"Troppo poco!"

Noi replichiamo:
"Tu cosa vorresti in cambio?"
(...nessuna risposta...)
"...Vogliamo una prova che I nostri piccoli siano ancora interi. Aspettiamo un segnale."

Alle ore 01:07:03 del 12.05.2008, inviamo un sms di sconforto a Walter:
"Ciao caro... volevo dirti che che hanno rapito gli uccellini/pesciolini che ci hai regalato
e li tengono in ostaggio.non sappiamo chi sia stato.ci ha inviato mms con foto...Ci dispiace...stiamo contrattando via sms per il riscatto...grazie comunque. ciao ste e ric"

Walter risponde alle ore 08:12:42
"Sono certo che i due piccolini sapranno trovare la via di casa...Non pagate!To bacio e grazie a voi per la festa.W"

APPELLO AI RAPINATORI MISTERIOSI CHE TENGONO IN OSTAGGIO I NOSTRI PICCOLI:
RIDATECELI INDIETRO!
SARETE RICOMPENSATI CON BIRRA E FOCCACCIA IN GROSSE QUANTITA' + UN'ALTRA COPPIA VINTAGE DI SALE E PEPE.
FIDUCIOSI...
Stefania e Riccardo

13 maggio 2008 14:53:12 GMT+02:00
"oddio, ho seguito con apprensione la vicenda dei due piccoli rapiti...
terribili fotografie fatte da individui capaci di tutto...
posso fare da intermediario, versate con urgenza sul mio c/c usb zurich 56xxxxx un importo diciamo di un milioncino e provo a contattare questi crudelissimi... i piccini devono tornare a casa al più presto. zio walter"

Da: +39349xxxxxxx
Inviato: 14 Mag 2008 12:54
"Se li rivolete gli ostaggi dovete venire a cena dal cinese"

BALLIAMO UN ALTRO MESE

In questo nostro condominio
Abbiamo il nostro dominio
Il nostro amore capriccioso
Mai nulla di noioso

Due uccelli sullo stesso ramo
In questo mondo viviamo
Con l'iva e il suo incremento
Del cento per cento

Dimentica le offese........dimentica le offese!
Spegni le luci accese......spegni le luci accese!
Se tu paghi le spese.......se tu paghi le spese!
Balliamo un altro mese.....balliamo un altro mese!

Comunica i dati catastali
Due uccelli con le stesse ali
Avere un mutuo di trent'anni
Di trent'anni

Se paghi le spese condominiali
Balla con me alza le mani
Dimentichiamo le offese
Balliamo un altro mese

Dimentica le offese........dimentica le offese!
Spegni le luci accese......spegni spegni spegni spegni!
Se tu paghi le spese.......se tu paghi le spese!
Balliamo un altro mese.....balliamo un altro mese!

In questo nostro condominio
Abbiamo il nostro dominio
Il nostro amore capriccioso
Mai nulla di noioso

Dimentica le offese........dimentica le offese!
Spegni le luci accese......spegni spegni spegni spegni!
Se tu paghi le spese.......se tu paghi le spese!
Balliamo un altro mese.....balliamo balliamo balliamo balliamo balliamo balliamo balliamo!

BALLIAMO UN ALTRO MESE di BUGO (da Contatti)
http://www.myspace.com/bugomusic

sabato 26 aprile 2008

FESTA!

domenica 11 maggio 2008
FESTA di condominio
@ la ghiacciaia di via priocca

dalle ore 15 alle ore 22
aperitivo, musica e ospiti...
in via carlo noé 7, torino
[in caso di pioggia festa rinviata al 15 giugno]

vi aspettiamo!



musica con
dj MARGIOTTA
http://www.myspace.com/djmargiotta
http://www.radiodigitale.info
dj ERALDO
http://www.myspace.com/loopradiodigitaleinfo
http://www.radiodigitale.info
live di ANTIMUSICA - MICHELE COSENTINO
http://www.myspace.com/antimusica
http://www.myspace.com/michelecose

lunedì 21 aprile 2008

Colesterolo e trigliceridi

21 aprile 2008
Piove a dirotto anche stamattina come succede da giorni. Lavorerò al computer stamattina, non ho voglia di uscire e non ho bisogno di fare la spesa. Sono a dieta.
Prima di iniziare però devo prendere una boccata d'aria e poi mi devo gratificare, quindi incurante delle intemperie vado a buttare la spazzatura e poi una sosta al caffè Roma per una breve colazione.
C'è poca gente stamattina, non ci sono le solite signore arabe che siedono davanti a cappuccini e croissant prima di andare a fare la spesa. In genere sono in tre, due con il velo islamico e una senza, hanno con sé tre o quattro bambini e fanno colazione sedute al tavolino chiacchierando tranquillamente. Stamattina c'è solo un'africana che parla ad alta voce al cellulare.
Al banco un signore italiano sui 70 prende il caffè ed ascolta divertito la ragazza del bar racconta i particolari di una discussione avuta con il fidanzato la sera prima.
Ordino il mio caffè e prendo un croissant, anche se sarei a dieta.
Entra una coppia di marocchini, ben vestiti, la signora con cappotto nocciola porta i capelli crespi e appena striati di grigio raccolti in una coda gonfia e morbida.
La coppia ordina un caffè normale e uno macchiato.
Tante volte ormai ho visto gli stranieri ordinare il caffè, liscio, macchiato, lungo. Non mi stupisce molto vederli bere il cappuccino, il cappuccino in genere piace a tutti, ma il caffè italiano no, molti lo trovano troppo forte, eppure sono in tanti ormai a berlo.
Ciò che mi stupisce stavolta è che l'uomo cerca nella ciotola lo zucchero dietetico. No! Lo zucchero finto NO! Non è possibile che siano già anche loro schiavi del colesterolo e dei trigliceridi. Eppure tra le tante bustine ha scelto proprio quella. Non ci posso credere, preferisco pensare che non sappia di cosa si tratti, ma che lo usi solo perché la bustina è più piccola e magari preferisce il caffè non troppo dolce.

Opinioni sul Calcio

31 marzo 2008
Stamattina al caffè Roma si parlava di Sport. Sport inteso come Calcio.
Ahimé uno degli argomenti a cui sono allergica è proprio il calcio, prenderò il caffè in fretta e me ne andrò, penso. Pazienza.
Un anziano signore, seduto al tavolino, protestava indignato ad alta voce su come si dia troppo risalto allo Sport.
Ma non è possibile, diceva, guarda che titoli, sembra che il calcio sia la cosa più importante, quella che ha più peso. E guarda che cifre guadagnano 'sti mentecatti! Poi se si tratta di aumentare la pensioni o di aiutare gli operai e i disoccupati di soldi non ce ne sono.
Un'anziana coppia seduta al tavolino accanto manifestava la propria opinione prendendosela anche con i giornalisti.
Ma sono i giornalisti che montano le cose! Sembra che i problemi dell'Italia riguardino solo il calcio.
Entra nel discorso un signore dall'aria distinta che sta bevendo il caffè al banco di fianco a me.
La juve facendo NIENTE ha fatto scrivere 6 pagine. Ben 6 pagine facendo niente!
E guarda 'sti cretini, continua l'anziano signore seduto al tavolino e riferendosi ai tifosi che forse per l'ennesima volta si sono menati a sangue, guarda a cosa arrivano 'sti cretini, perdono il lume della ragione, per cosa poi! Ma è sport questo?
E continua imprecando contro la stupidità di una tifoseria malsana.
Tutti indignati, nessun difende i tifosi né i calciatori.
Mi sento molto meglio, bevo il caffè con calma come sempre.

lunedì 31 marzo 2008

Incontri e scontri

Oggi mattinata dedicata alle pulizie di casa. Ma prima di iniziare devo fare un salto al caffé Roma per una colazione gratificante prima di iniziare un lavoro che gratificante non è. Poi è sempre interessante sentire 'cosa si dice al caffè Fiorio' . NO! quello è in via Po ed erano altri tempi quando il re mandava i suoi a sentire la voce del popolo al caffé. Fiorio. Qui siamo a Porta Palazzo ed andiamo al caffé Roma.
Stamattina però non ho il tempo di fermarmi, mi aspettano strofinacci e ramazze
Siamo a fine marzo, ma le temperature sono ancora invernali. Oggi, rispetto ai giorni scorsi fa un po' meno freddo. Spalancando le finestre su via La Salle faccio conoscenza da finestra a finestra con la mia dirimpettaia.
Quando sono venuta ad abitare qui, nel luglio scorso, avevo visto che l'appartamento di fronte era in fase di ristrutturazione, costruivano un soppalco e dipingevano a colori vivaci, ero curiosa, come sempre, di capire chi lo avrebbe abitato. Poi avevo intravisto una giovane coppia.
Stamattina una ragazza con lunghi capelli castani affacciata alla finestra addentando una mela rossa, sorride e saluta con la mano. Ricambio il saluto. Si comincerà a fare amicizia anche con gli inquilini della casa di fronte? Chissà.
Poco dopo attraggono la mia attenzione toni concitati, voci che si sovrappongono, rumore di vetri infranti. Una rissa. Non è la prima, da che son qui è almeno la terza.
Non parlo dei regolamenti di conti tra malavitosi, che si sono anche già verificati, ma che sono un'altra cosa.
No queste sono persone comuni che litigano violentemente per chissà quale affronto. L'offesa e l'orgoglio la fanno da padroni. La ragazza dai capelli castani è di nuovo alla finestra e dal bazar di fronte escono alcune persone richiamate come me dal trambusto.
E' impressionante vedere con quale facilità perdono il senno. Si accendono come fiammiferi avrebbe detto mia nonna. Qualcuno afferra una bottiglia dal contenitore del vetro, si scagliano gli uni contro gli altri e ne vanno di mezzo le macchine parcheggiate. Ci sono più persone che cercano di calmare gli animi di quelli che si infiammano, ma i litiganti sono fuori di sé e difficili da trattenere, le espressioni del viso diventano maschere di odio. Sono convinta che inconsciamente sperano di essere bloccati e calmati, ma in effetti in situazioni come questa è molto facile che ci scappi il ferito o peggio.
Anche stavolta finisce senza troppi danni, con la separazione dei contendenti, con abbracci e pacche sulle spalle da parte degli amici che li hanno calmati e con il rumore della bottiglia che torna nel cassonetto del vetro.

venerdì 28 marzo 2008

La magna e 'l panetun

Al mercato dei contadini sotto la tettoia davanti ad un banco di verdure. Pasqua è passata da una settimana.
Un signore sui 50 ben portati capelli neri corti, impomatati, riga da un lato, baffetto alla Clark Gable chiacchiera e scherza con il venditore che, pesando broccoli e finocchi gli offre una colomba pasquale.
(non so scrivere in dialetto, ma spero sia leggibile lo stesso, in ogni caso metto la traduzione)

T'veule na culumba? Chiede il venditore
Na culumba adès?!? Risponde il cinquantenne. Te smie mia magna Lusìa. e racconta: Mi l'avia na magna, che dop Pasqua am purtava sempre 'l panetun.
L'han regalamne tanti, a disìa, che sai pi nèn coa fene.
E ma magna, ei disìa mi, 'l panetun adès!......ma campie via, l'è già pasaie anche la stagiun d'la culumba!
Ma l'è n'darmagi campeie via, disìa chila, sun 'n po' suit, ma ndrinta al cafè-lait sun ' ncura bun!
E bin, conclude ridendo il venditore, a servìa già per 'l Natal apres, at fasia 'n regal an anticip e tu ingrato non sapevi apprezzare.

TRADUZIONE
Vuoi una colomba? Chiede il venditore.
Una colomba adesso?!? risponde il cinquantenne, e racconta: Mi ricordi mia zia Lucia. Io avevo una zia che dopo Pasqua mi portava sempre un panettone.
Me ne hanno regalati tanti, diceva, che non so più cosa farmene.
Eh ma zia, le dicevo io, Il panettone adesso! ... ma buttalo via, è già passata anche la stagione della colomba!
Ma è un peccato buttarli diceva la zia, sono un po' asciutti ma nel caffè-latte sono ancora buoni!
Vedi , conclude il venditore, sarebbe servito per il prossimo Natale lei ti faceva un regalo in anticipo. E tu ingrato non sapevi apprezzare.

mercoledì 5 marzo 2008

Un incontro

Oggi l'ho incontrata. Qui in zona la conoscono tutti e la chiamano per nome. Chi l'ha vista anche solo una volta non la può dimenticare.
L'ho incontrata davanti al negozio DAMARCO, stavo scendendo i due gradini ed eccola lì. Secca come un chiodo, il passo svelto, nervoso, mi incrocia. Ha i capelli bianchi cortissimi, l'ombretto azzurro e un bel paio di orecchini con lunghi pendenti che scuote velocemente mentre ruota la testa a scatti da sinistra a destra e da destra a sinistra.
Dov'è il CTO. Ma è lontano, perché devi andare al CTO.
Ma lei non aspetta che io finisca la frase, è un po' agitata oggi. Hanno preso sotto un ragazzo, hanno preso sotto un ragazzo, lo hanno preso sotto, ma era bravo, quello, mi dice alzando la mano e unendo il pollice all'indice per sottolineare quanto era bravo. Era bravo, quello, era proprio bravo, non faceva male a nessuno quello, quello non faceva proprio male a nessuno, quello, quello non faceva male a nessuno.
Non ti preoccupare, è giovane, vedrai si riprenderà in fretta. Ma lei si è già allontanata. La giacca invernale di taglio maschile a quadretti marrone scuro le sta appena un po' grande, la gonna leggera svolazzante in fantasia verde salvia, le calze verde evidenziatore e gli scaldamuscoli a righe orizzontali, fucsia, verde mela, giallo limone. Le scarpe basse comode s'allontana a passo lesto a scatti. Non so che età abbia, ma credo una settantina ormai. La ricordo tanti anni fa, quando girava con gli abiti infagottati dentro una calzamaglia che un tempo era stata bianca, i capelli sparati, e urlava, imprecava. Ora non so dove viva né chi si prenda cura di lei, ma è sempre ordinata pulita, di buon umore. Certo chi la segue deve farlo con molto amore, perché le permette anche di truccarsi e vestirsi in modo eccentrico, colorato come piace a lei.

sabato 1 marzo 2008

un cavolfiore

Da quando abito qui ho preso ad andare a comprare la verdura sotto la tettoia dai contadini. Un po' perché è comodo e la verdura è buona, un po' perché quelle facce rugose, la pelle cotta dal sole, le mani deformate dal lavoro, le schiene chine mi ricordano tanto la gente di Langa. Non scelgo il banco in base ai prezzi o alla qualità della merce. Scelgo i personaggi che mi piacciono di più.
Quel giorno ero lì davanti ad un banco dove la venditrice assomigliava a mia nonna. Davanti a me una donna araba. Questa verdura, sono come spinaci? La venditrice non sente, ma rispondo io. Quelli SONO spinaci signora! Ah fa lei, io li ho sempre comprati surgelati. Beh, dico io, freschi sono più buoni, solo è noiosa la preparazione, devono essere lavati a lungo, con cura.
Intanto si avvicina timidamente una donna orientale, cinese o coreana e sta ad ascoltare cosa diciamo.
Ah, poi si fanno bollire? Sì, ma deve mettere poca acqua. Poca acqua? Chiede lei stupita, Sì pochissima e le spiego come devono essere lessati gli spinaci. La donna orientale prende coraggio e indica le rape, sono amare? Mi chiede. No signora, hanno un sapore un po' strano, non a tutti piacciono, ma non sono amare. E come si cucinano? Più o meno come le patate.

Anche noi le usiamo, interviene la donna araba, io le metto nel cus cus. E' vero, penso il cus cus, e mi viene voglia di chiederle come si cucina, ma è arrivato il mio turno e io non so cosa comprare. Mi ero avvicinata al banco per la faccia della venditrice, ma non potevo dirle, sa? lei assomiglia a mia nonna. Butto gli occhi sul banco cerco rapidamente qualcosa che non richieda una lunga preparazione.
Vorrei un cavolfiore.
novembre 2007

venerdì 29 febbraio 2008

Il prezzo del pane

Anche stamattina, dopo aver fatto colazione al caffé Roma sono andata a comprare il pane nell'edificio appena ristrutturato. Davanti a me un signore della vecchia Torino, anziano, distinto, dritto come un fuso, cappotto spigato grigio e cappello a tesa larga grigio scuro, una nota di colore, una sciarpa color pastello annodata al collo con eleganza, aria serena e sorridente.
Si parla dei nuovi stand che stanno aprendo.
Ci sono solo più panetterie, commenta il torinese distinto, una volta c'erano gran banchi di salumi e formaggi, ora la gente sembra mangiare solo più il pane. Evidentemente, continua, è la cosa più richiesta altrimenti non si spiega. Ma come fanno a tirarsi fuori dalle spese? Intanto ritira il sacchetto color nocciola e conta le monete sul banco. Guardi qui, spendo 0.75 centesimi, neanche un euro. Come fanno a guadagnare abbastanza per pagare il banco lo stand e il personale?
Eppure aprono panetterie, conferma la panettiera, grembiule bianco, ben truccata, coda di cavallo e frangia nera. Guardi, qui davanti, ne aprono un'altra. E indica lo stand di fronte ancora vuoto.
Potevano almeno girare il banco sul corridoio opposto, commenta ancora il pensionato voltandosi verso di me, La gente mangia solo più del pane evidentemente. E a volte forse neanche quello aggiungo io. Lui fa cenno di sì con la testa. La panettiera mi consegna il sacchetto con il pane nero, 0.50 centesimi. Grazie Buona giornata, e si gira verso altri clienti che nel frattempo sono arrivati.
giovedì 28 feb 2008

iPod

Un sabato di ottobre 2007
Faccio un giro al baloon.
Mi impressiona sempre la varietà di oggetti sparsi in un bel disordine per terra. C'è di tutto anche spugne da doccia usate, ma chi le compra? Penso. Cerco in mezzo a un mucchio di vecchie cornici piuttosto malandate. Accanto a me due ragazzoni , pantaloni mimetici , tee shirt nera, tatuaggi molto evidenti: magari me lo scarico in MP3, ma no fa l'altro, guarda che se tu ti prendi un iPod.....con l'iPod, puoi anche........ Il venditore guarda me e ascolta loro. Piccolo, magro, pantaloni grigi sformati di due taglie più grandi, una coppola grigia calata sulle orecchie . Ma che AHI POD e AHI POD, che lingua parla questo, ma qui siamo al baloon ne?

Contratto una vecchia cornice, sa facciamo 4 euro, mi offra almeno il caffè. Pago, mentre lui scuote ancora la testa... AHI POD AHI POD