Torino è bellissima
in questi ultimi giorni di agosto: un
clima ottimo, fresco, pare che il caldo
afoso quest’anno abbia risparmiato la città. Qualche violento temporale ogni tanto arriva con pioggia, vento, grandine, alberi sradicati,
strade allagate, panico, ma in generale è una bella estate.
Le piazze sono piene
di turisti e il mercato è abbastanza animato, i banchi sono tanti e colorati come
sempre, solo alcuni stand sono chiusi per
ferie. I torinesi pare non siano andati
in vacanza in quest’anno di crisi o se
lo hanno fatto sono tornati presto.
Oggi,
sabato, sono uscita verso le 9 per il mio giro cittadino. Un caffè al bar Roma
che ha riaperto già da un po'. Hanno fatto le vacanze nel periodo del
ramadan, visto che la maggior parte dei
clienti è di religione islamica.
Avevo un
appuntamento alle 11, quindi un bel paio d’ore da spendere in giro a bighellonare,
un’attività che mi riesce bene e mi soddisfa. Da tanto tempo non andavo al
baloon e visto che è sabato, cosa c’è di meglio se non decidere di farci un
giro?
Mi perdo un
po’ tra le mercanzie più disparate, poi, sulla piazza, attira la mia attenzione
un banco che espone monete e
francobolli. Da sempre la piazza è stata il luogo dove si incontravano
collezionisti e venditori, ma ora mi sembra una cosa d’altri tempi. E’ una cosa
d’altri tempi. C’è ancora qualcuno che colleziona francobolli? Sì.
Davanti al
banco ci sono tre persone, ma attira la mia attenzione un signore seduto su una
sedia da cucina anni 50 con schienale e sedile rivestiti di pura plastica
marroncina, in realtà la sedia aveva un rivestimento di plastica marroncina,
ora presenta solo alcuni brandelli penzolanti sulle sottili gambe di metallo cromato. Il signore, che sta
seduto sulla gommapiuma ingiallita,
sembra anche lui uscito dagli anni 50.
Magro,
magrissimo, direi proprio pelle e ossa, pantalone di colore indefinito, scarpe
da bocciofila, una giacchetta della tuta da ginnastica bluette con due bande
bianche lungo le maniche. Pochi capelli grigi, naso ossuto e pronunciato, occhiali da miope spessissimi. Curvo
sui dossier di francobolli li sfoglia con una pazienza da certosino,
ogni tanto si avvicina un po' di più e, con le dita scarne rivestite
da una pelle trasparente, ne estrae uno per
infilarlo, con cura, in una busta bianca.
La busta contiene i pezzi che vuole acquistare per la sua collezione.
Dal colore giallognolo della pelle direi che non esce mai, se non per venire il sabato al baloon a
cerare qualche pezzo raro o di particolare interesse. Me lo vedo nella penombra, chiuso in chissà quale stanza polverosa e stantia, a trascorrere il
suo tempo ammirando e riordinando francobolli.