Capita a Porta Palazzo,
capita anche di fare due chiacchiere con una
nigeriana ormai torinese. Fa un gran caldo in questi giorni a Torino, una signora percorre via Priocca con un
paio di pantaloni bianchissimi è africana e , come dire, di corporatura 'tradizionale', stiamo andando entrambe verso la zona dei produttori.
Si volta, mi guarda ed è lei a parlarmi per
prima, già questo mi piace.
Che bello! Mi dice, ha visto come l'hanno
aggiustato bene? Parla del nuovo albergo sociale che sta per essere
ultimato all'angolo tra piazza della Repubblica e via Priocca. Sì,
le rispondo, era una casa fatiscente e disabitata, la stanno
recuperando proprio bene. E cominciamo a chiacchierare, guardare e
giudicare i lavori fatti e anche lo stato dei palazzi vicini.
E' nigeriana, è a Torino da 14 anni.
Non le chiedo come è arrivata qui, perché conosco le storie
tragiche di queste ragazze, ma lei secondo me ce l'ha fatta. Parla un
italiano discreto, è sorridente e paciosa. Le chiedo se abita in zona, sveglia e simpatica
com'è magari le propongo di iscriversi a Fuori di Palazzo. Prima di
venire qui, mi dice, io dell'Italia sapevo solo che esistevano Napoli
e Porta Palazzo. Sono venuta ad abitare a Porta Palazzo, i primi anni
abitavo in via La Salle. Era brutta mi dice, sporca, c'erano cacche e
vomito sui marciapiedi, per le scale, dappertutto. Ora sta cambiando
le dico, è migliorata anche via La Salle. Lei non abita più qui,
abita in corso Belgio, ma Porta Palazzo le piace e le piacciono i
cambiamenti, così come piacciono a me. La sente sua questa zona, da
come parla capisco che è rimasta affezionata al quartiere, magari è
riuscita a superare le difficoltà e i problemi che ha avuto, si sente accettata, sicura, si sente
di far parte della zona e della città tanto da rivolgere la parola
alla prima che incontra senza timore di essere trattata da 'negra'.
Brava!
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