domenica 19 dicembre 2010

Albero di Natale 2010

Anche quest'anno abbiamo addobbato i terrazzi del primo piano con albero e luci. Occasione imperdibile per mangiare qualcosa insieme. Per la prima volta ha partecipato Micky (che mi piacerebbe di più chiamare con il suo nome cinese) portando the cinese e dolcini tipici.





sabato 18 settembre 2010

Siamo i più belli del mondo

E' tempo di scrivere. Oggi piove a dirotto, ma la temperatura è ancora tiepida e forse si tratta solo una perturbazione di passaggio, il tempo è stato mite e sereno per tutto il mese di settembre, ma oggi piove ed è tempo di scrivere.

Sono rientrata il 7 settembre, sono a Torino da qualche giorno. Stamattina sono andata a prendere il caffè al bar Roma. Hanno riaperto da poco, sono abbronzati e riposati. Oggi è sabato, il giorno più movimentato della settimana e dietro al bancone c'erano tutti. Il signor Enzo alla vendita del caffè, la mamma alla cassa e la signora Carla, bionda e sorridente come sempre, a servire i clienti insieme ad una delle due simpatiche bariste rumene. La signora indossava una tee shirt candida, che, dando le spalle alla clientela per preparare i caffè, presentava la scritta: ABBIAMO I CLIENTI PIU' BELLI DEL MONDO. Una trovata molto simpatica, ovviamente mi sono sentita tra i clienti più belli del mondo, così come si sentiranno tra i più belli del mondo i barboni, i malati di mente, i professionisti, gli artisti, i disoccupati, gli impiegati, gli operai, i commercianti, gente di tutte le razze e di tutti i colori che frequentano questo locale.

Piove a dirotto, uscita dal bar passo dal giornalaio, un cliente abituale se ne sta seduto con una chiappa sul banco dell'edicola e chiacchiera del più e del meno in dialetto piemontese con un'anziana signora. La pioggia non impedisce due chiacchiere tra vecchi conoscenti. Riprendo il mio ombrello e attraverso corso Giulio pensando di trovare poche bancarelle. Neanche per idea, attrezzati con nylon e teloni ci sono tutti. Qui si lavora sempre con qualunque tempo. Entro nel mercato coperto affollato come al solito: Mi lascio inebriare dal profumo di pane fresco, di salumi, di formaggi affumicati e di qualche spezia che non riconosco, compro ciò che mi serve e torno a casa piena di energia.
Questa è l'atmosfera che si respira a Porta Palazzo, al di là dei problemi che ci sono, (ma sono certa che qui si potranno risolvere più rapidamente che altrove), è palpabile una voglia di lavorare e di vivere con entusiasmo e anche con allegria nonostante la crisi.
Questo quartiere con il suo mercato, se compreso, accettato e guardato con uno sguardo ampio trasmette energia e positività.

giovedì 27 maggio 2010

La prima camminata

A Santa Cruz, primo giorno.
Arrivo all'estremita' della citta', dall'altra parte rispetto all'aeroporto. Il mare e' agitato e brontola furibondo. Mi incammino tra moderni palazzi colorati e silenziosi. Giganti immobili in attesa. Imponenti, disposti sui due lati di un fiume inutilmente chiuso tra argini in cemento. Nel letto del fiume, completamente in secca, tra sassi e rifiuti vari, razzolano polli, galli, galline, pulcini. Il silenzio e' rotto solo dai continui chicchirichi'. I galli piu' vecchi e colorati hanno un gran da fare a difendere il loro territorio di sbecchettamento da giovani galletti non ancora adulti. E cantano e rispondono, e cantano ancora e rispondono.
Ignara di cio' che mi aspetta inizio a camminare in salita costeggiando il fiume. Ancora mi chiedo come sono arrivata fino lassu' tutto sommato senza neanche troppa fatica!
Una deviazione mi porta ad un piccolo sentiero con l'indicazione Vierges de la Nieves, mi inerpico, presto il sentiero termina e continuo a salire sulla strada asfaltata tra belle villette rigorosamente chiuse da muri, cancelli e perros incazzatissimi.
Cammino con il passo lento della turista pensando di vedere presto la fine. La strada e' incredibilmente ripida e dritta, solo ogni tanto una mezza curva a sinistra nasconde la salita che continua sempre piu' ardua.
Qualche rara auto sale o scende, qualche altra, come una enorme tartaruga d'argento, esce da una tana bassa larga. Il cancello automatico si richiude subito dopo quasi senza rumore. Qui abitano persone molto benestanti, penso.
Finalmente arrivo ad una biforcazione, chiedo informazioni, la strada continua in piano, poi un'ultimo strappo in salita e raggiungo la meta. Una bella chiesetta in mezzo al verde, frequentata da fedeli del luogo. Ho fatto la mia prima camminata.

mercoledì 26 maggio 2010

L'isola inquietante

Non e' la prima pagina del diario che ho scritto, ma oggi sono stata a Puerto Naos e ora sono qui alla biblioteca di Los Llanos. Ho appena vissuto cio' che racconto qui sotto.

E mi scappa da ridere. Quest'isola non e' inquietante forse?
Oggi ho deciso di andare al mare, a Puerto Naos.
La guagua, (cosi' viene chiamato l'autobus di linea) porta scritta la destinazione 'Puerto Naos Chaca Verde' (o qualcosa del genere) Salgo. A Puerto Naos scendono una ventina di turisti bercianti in tedesco e olandese io decido di continuare e vedere dov'e' e cos'e' questa Chaca Verde che sulla cartina e' indicata come spiaggia. Rimango sul bus e proseguo.
Sulla guagua siamo solo piu' in 4. Un'anziana coppia, l'autista ed io. Dopo qualche chilometro l'autista si ferma e fa cenno alla coppia di scendere, questi un po' titubanti eseguono l'ordine e si incamminano in una stradina stretta e chiusa tra due muretti. Chiedo all'autista, nel mio perfetto spagnolo se c'e' ancora un'altra spiaggia. (L'ultima spiaggia). Si' mi bofonchia. Ad un certo punto si ferma e mi fa scendere. E' qui mi dice. Mi abbandona li' fa inversione ad U e riparte. Sola. Mi scappa da ridere. Non e' che ora incontro Leonardo da Vinci e mi ritrovo nel 1400 quasi 1500?
Mi incammino per una stradina, perfino troppo curata, che scende verso il mare. La percorro, intravedo una fetta di spiaggia nera tra gli scogli aguzzi e . . .neri.
La strada svolta a gomito, continuo a scendere. Mimetizzato tra gli scogli un passeggino. Vuoto. Nero. Nero, con una sola banda verde evidenziatore. Nessuno in vista. Silenzio assoluto, solo il fragore delle onde che si infrangono poco sotto.
Beh nascosta dietro agli scogli scorgo, per fortuna, una famigliola. Se non sono li' per annegare il bebe' . . .
Arrivo alla spiaggia, c'e' un po' di gente, poca e mi sta bene. Mi sistemo a ridosso degli scogli. Dietro di me appena piu' in alto, incastrato tra le rocce ovviamente nere, un piccolo tabernacolo dipinto di bianco. Davanti ci sono i resti di una barca squarciata forse distrutta da una tempesta. Era rosa e nera. Era. Attaccato a quel che rimane di un albero c'e' un salvagente arancione con quattro fascie bianche e una scritta nera. La scritta si legge ancora bene: SOCORRO URGENTE dice.
Tutto documentato da fotografie. Tutto vero.
Comunque il posto e' splendido, ci tornero' senz'altro con l'occorrente per restare l'intera giornata. Basta non farsi condizionare dalla solitudine, dai passeggini demoniaci, dalle barche che ti invitano a fare un giro. Senza ritorno.

Rimango un po' a prendere il sole, poi mi avvio verso Puerto Naos, penso di arrivarci a piedi, non e' molto lontana, ma miracolosamente nello stesso momento arriva la guagua, ne approfitto e salgo. L'autista che mi riconosce ora chiacchiera piu' volentieri e mi consiglia di andare a mangiare al bar Orinoco di puerto Naos.
Puerto Naos e' molto carina ed ha anche una bella spiaggia, il bar Orinoco oggi ahime' e' chiuso, ma ci tornero' ancora e lo provero' la prossima volta

martedì 2 marzo 2010

Varie forme di scambi in via La Salle.





Stanotte un gran trambusto mi ha svegliata verso le 5. Non capivo cosa stesse accadendo in strada, ma non era difficile immaginare, dal momento che succede molto spesso.
Ignoti, forse neanche residenti nel quartiere, stavano rumorosamente scaricando alcune tavole di compensato molto grandi (dove già era stata depositata una cucina a gas) di fianco ai bidoni della spazzatura in via La Salle.
Stanca mi sono rimessa a dormire. Alle 7 circa altro trambusto. Altri Ignoti diversi dai primi si caricavano e si portavano via le tavole di compensato.
Poco dopo un altro camioncino si portava via la cucina a gas , non l'ho visto bene, ma questa volta forse si trattava del camioncino dell'amiat. Bene,traffico terminato.
Rimanevano i due bidoni verdi, naturalmente semiaperti e puzzolenti, ma fa ancora molto freddo, si aprono poco le finestre, resistiamo.
Verso le 11 affacciandomi ancora su via La Salle noto che sono comparse, per terra sul marciapiede dietro ai bidoni, alcune finestre con intelaiatura di alluminio, vetri, sbarre di metallo più un materasso per letto singolo.
Rimarrà tutto lì fino alla prossima notte quando qualcuno si porterà via i vetri qualcun altro il materasso e qualcun altro ancora lascerà altri rottami? O prima di stasera la merce sarà ritirata e sostituita ancora? Chi può saperlo?

lunedì 1 marzo 2010

I primi segni della primavera?

Quest'anno l'inverno sembra non finire più.
Quante mattine sono passata sotto la tettoia dei contadini con il gelo?
Ben coperta con sciarpa, giaccone imbottito, calze di lana, guanti e cappello, per tutto l'inverno girando per il mercato mi sono chiesta come possano resistere le persone a lavorare con temperature così basse.
Io arrivavo ben imbacuccata e mi fermavo poco tempo, ma loro rimanevano lì per tutta la mattina, tutti i giorni.
C'è un banco, nella zona produttori, dove ogni tanto compero la verdura. Le venditrici sono due signore molto gentili. Il banco non c'è sempre e non è sempre nella stessa posizione, ma è facile individuarlo per la bella chioma bionda che la più giovane porta fluente sulle spalle. Durante l'inverno le trovavo con difficoltà coperte com'erano con scialli, sciarpe e cappelli di lana di tipo peruviano.
Certe mattine lavoravano a turno, una serviva i clienti mentre l'altra si scaldava (o meglio si decongelava) le mani davanti alla stufetta elettrica.
I venditori più anziani sembrano esser più resistenti, lavorano senza guanti sempre anche con il gelo. Le mani nodose violacee, la pelle screpolata, le labbra congelate, i nasi rossi le schiene sempre più curve, ma presenti ogni giorno, anche nelle giornate più fredde.

Da alcuni giorni la morsa del gelo sembra essersi attenuata, il freddo si fa ancora sentire e spesso piove, ma forse stiamo uscendo dall'inverno. Siamo ormai a fine febbraio, sabato scorso ho visto vendere le primule e qualche ramo di mimosa. I copricapi peruviani sono spariti e i capelli biondi sono ricomparsi lunghi sulle spalle. Anche la venditrice di uova è presentata con qualche sciarpa in meno. Forse anche questo è un segno della primavera in arrivo.