mercoledì 26 maggio 2010

L'isola inquietante

Non e' la prima pagina del diario che ho scritto, ma oggi sono stata a Puerto Naos e ora sono qui alla biblioteca di Los Llanos. Ho appena vissuto cio' che racconto qui sotto.

E mi scappa da ridere. Quest'isola non e' inquietante forse?
Oggi ho deciso di andare al mare, a Puerto Naos.
La guagua, (cosi' viene chiamato l'autobus di linea) porta scritta la destinazione 'Puerto Naos Chaca Verde' (o qualcosa del genere) Salgo. A Puerto Naos scendono una ventina di turisti bercianti in tedesco e olandese io decido di continuare e vedere dov'e' e cos'e' questa Chaca Verde che sulla cartina e' indicata come spiaggia. Rimango sul bus e proseguo.
Sulla guagua siamo solo piu' in 4. Un'anziana coppia, l'autista ed io. Dopo qualche chilometro l'autista si ferma e fa cenno alla coppia di scendere, questi un po' titubanti eseguono l'ordine e si incamminano in una stradina stretta e chiusa tra due muretti. Chiedo all'autista, nel mio perfetto spagnolo se c'e' ancora un'altra spiaggia. (L'ultima spiaggia). Si' mi bofonchia. Ad un certo punto si ferma e mi fa scendere. E' qui mi dice. Mi abbandona li' fa inversione ad U e riparte. Sola. Mi scappa da ridere. Non e' che ora incontro Leonardo da Vinci e mi ritrovo nel 1400 quasi 1500?
Mi incammino per una stradina, perfino troppo curata, che scende verso il mare. La percorro, intravedo una fetta di spiaggia nera tra gli scogli aguzzi e . . .neri.
La strada svolta a gomito, continuo a scendere. Mimetizzato tra gli scogli un passeggino. Vuoto. Nero. Nero, con una sola banda verde evidenziatore. Nessuno in vista. Silenzio assoluto, solo il fragore delle onde che si infrangono poco sotto.
Beh nascosta dietro agli scogli scorgo, per fortuna, una famigliola. Se non sono li' per annegare il bebe' . . .
Arrivo alla spiaggia, c'e' un po' di gente, poca e mi sta bene. Mi sistemo a ridosso degli scogli. Dietro di me appena piu' in alto, incastrato tra le rocce ovviamente nere, un piccolo tabernacolo dipinto di bianco. Davanti ci sono i resti di una barca squarciata forse distrutta da una tempesta. Era rosa e nera. Era. Attaccato a quel che rimane di un albero c'e' un salvagente arancione con quattro fascie bianche e una scritta nera. La scritta si legge ancora bene: SOCORRO URGENTE dice.
Tutto documentato da fotografie. Tutto vero.
Comunque il posto e' splendido, ci tornero' senz'altro con l'occorrente per restare l'intera giornata. Basta non farsi condizionare dalla solitudine, dai passeggini demoniaci, dalle barche che ti invitano a fare un giro. Senza ritorno.

Rimango un po' a prendere il sole, poi mi avvio verso Puerto Naos, penso di arrivarci a piedi, non e' molto lontana, ma miracolosamente nello stesso momento arriva la guagua, ne approfitto e salgo. L'autista che mi riconosce ora chiacchiera piu' volentieri e mi consiglia di andare a mangiare al bar Orinoco di puerto Naos.
Puerto Naos e' molto carina ed ha anche una bella spiaggia, il bar Orinoco oggi ahime' e' chiuso, ma ci tornero' ancora e lo provero' la prossima volta

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