giovedì 5 marzo 2009

What a wonderful world

Piove e fa freddo, fa freddo e piove da almeno tre giorni. Ma non ho voluto chiudermi in casa neanche oggi. Sono uscita ho deciso di fare una passeggiata sotto l'acqua, ma dove andare?
Piazza Castello e via Po sotto i portici, poi avevo voglia di tuffarmi in un quadro diverso da quello delle vie e delle piazze argentate e lucenti d'acqua, pur belle, ma desideravo soprattutto un posto asciutto!
Un caffé da Antonio. Antonio gestisce in via Po il caffè dell'Università. Qui, oltre che all'asciutto si fa un tuffo nel passato. Il locale è in stile liberty, i due gestori due personaggi fuori dal tempo, sulle pareti ritratti di Dean Martin, Frank Sinatra, Elvis e altri grandi dell'epoca, immancabile un sottofondo musicale di buon vecchio jazz.
Antonio stava preparando una cioccolata a ritmo di musica, mentre la voce calda di Louis Armstrong diffondeva nel locale Oh when the saints go marching in Oh when the saints go marching in .... due chiacchiere con Antonio, poi, sulle ultime note di What a wonderful world ancora cantata da Armstrong, sono uscita sulle strade d'argento diretta a Porta Palazzo.
Al mercato mancavano parecchi banchi di abbigliamento e articoli vari, con questa pioggia solo i cinesi resistevano imperterriti, loro lavorano sempre. I banchi di frutta e verdura invece c'erano tutti. Sotto i teli pesanti e zuppi d'acqua i venditori allegri ed urlanti come sempre, invitavano i clienti all'acquisto. Certo, la gente mangia tutti i giorni e conviene esserci. Mi sono infilata tra gli ombrelli d'ogni colore che procedevano ondeggiando sotto un'acqua implacabile.
Ho comprato un po' di frutta, ho infilato i pacchetti nella borsa di tela umida ho ritirato il resto mentre goccioloni freddi mi cadevano sulla mano. Cercando di evitare le pozzanghere più grosse mi sono avviata verso casa con le note di Armstrong ancora in testa:
And I think to myself, what a wonderful world
Yes, I think to myself, what a wonderful world

YES IT'S WONDERFUL, ma non è un po' troppo umido?