Sono tornata dall'India da un paio di
settimane, Torino mi ha accolta con una bella nevicata, che tutto
subito non mi è dispiaciuta, anche se lo sbalzo di temperatura dai
33 agli zero gradi è stato difficile. Oggi, 17 marzo di nuovo nevica;
non sono i 'pataras d'mars' quei fiocchi soffici e leggeri che
annunciano la primavera e che volteggiano nell'aria prima di
dissolversi a terra, questi di oggi sono piccoli e pungenti fiocchi
ghiacciati.
E' domenica e nonostante la temperatura
esco presto per una gradevole passeggiata in una Torino quasi
deserta. Porta palazzo è sempre bellissima, attraverso la piazza
per andare a fare colazione in centro: le torri palatine, piazza
Castello, via Po.
Scelgo un bar in via Po. Tavoli in
legno in un ambiente accogliente dall'atmosfera Nord Europea, la vetrina
piena di dolci e cioccolato attrae anche i meno golosi.
Mi siedo ad uno dei tavolini rotondi
facendo un cenno di saluto a chi siede al tavolino accanto; una
signora della vecchia Torino con una giovane che è senz'altro la
badante. La signora potrebbe avere un'ottantina d'anni o anche più,
indossa una imponente pelliccia di visone e un altrettanto vistoso
cappello della medesima pelliccia. Sta facendo colazione con brioche
e cappuccino. Evidentemente è una abituée del posto, il cameriere
la saluta e fa una battuta carina, devo dire, sul cappellino della
signora, ma lei seria non accetta volentieri, non sorride, sta
sulle sue un po' seccata.
E' un personaggio della vecchia e
seriosa Torino, ha ancora voglia di ripetere il rito del cappuccino
al bar, ma si vede che la sua vita è cambiata e il mondo in cui si
muove non è più il suo. Troppo anziana e troppo rigida forse, per
adeguarsi ai tempi.
Alzandomi saluto lei e la badante. Per
un attimo la vedo addolcirsi, sorridere e sentirsi protagonista come
se riconoscesse qualcosa che le appartiene, quel 'buongiorno
signora' l'ha riportata nella sua vecchia Torino fatta
di educazione e cortesia. Sicuramente subito dopo avrà commentato
con la badante che sì esistono ancora persone educate, ma avrà
senz'altro criticato il mio abbigliamento poco
elegante e i lunghi e scompigliati capelli non adatti ad una persona della mia età.
Però quel 'Buongiorno Signora' l'ha fatta star bene.
Mi alzo e vado alla cassa, il ragazzo
biondino giovane e indaffaratissimo mi lancia un 'arrivo subito', non
c'è problema rispondo, non ho fretta. Pagando commento che da quando
sono in pensione non ho più fretta. Che bello, mi dice con un velo
di tristezza, io non riesco più a far nulla al di fuori dal lavoro,
lavoriamo 10 ore al giorno e vorrebbero che lavorassimo di più.
Scambiamo due parole, gli dico che so cosa significhi, non ho
dimenticato i miei ultimi anni e non ho bisogno di commentare molto,
lui sorride si sente compreso, basta un po' di umanità e il lavoro
diventa più sopportabile. Dai un barlume di speranza oggi c'è.
Lontano forse, ma qualcosa sta cambiando.
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