domenica 17 marzo 2013

Il vecchio e il nuovo

Sono tornata dall'India da un paio di settimane, Torino mi ha accolta con una bella nevicata, che tutto subito non mi è dispiaciuta, anche se lo sbalzo di temperatura dai 33 agli zero gradi è stato difficile. Oggi, 17 marzo di nuovo nevica; non sono i 'pataras d'mars' quei fiocchi soffici e leggeri che annunciano la primavera e che volteggiano nell'aria prima di dissolversi a terra, questi di oggi sono piccoli e pungenti fiocchi ghiacciati.
E' domenica e nonostante la temperatura esco presto per una gradevole passeggiata in una Torino quasi deserta. Porta palazzo è sempre bellissima, attraverso la piazza per andare a fare colazione in centro: le torri palatine, piazza Castello, via Po.
Scelgo un bar in via Po. Tavoli in legno in un ambiente accogliente dall'atmosfera Nord Europea, la vetrina piena di dolci e cioccolato  attrae anche i meno golosi.
Mi siedo ad uno dei tavolini rotondi facendo un cenno di saluto a chi siede al tavolino accanto; una signora della vecchia Torino con una giovane che è senz'altro la badante. La signora potrebbe avere un'ottantina d'anni o anche più, indossa una imponente pelliccia di visone e un altrettanto vistoso cappello della medesima pelliccia. Sta facendo colazione con brioche e cappuccino. Evidentemente è una abituée del posto, il cameriere la saluta e fa una battuta carina, devo dire, sul cappellino della signora, ma lei seria non accetta volentieri, non sorride, sta sulle sue un po' seccata.
E' un personaggio della vecchia e seriosa Torino, ha ancora voglia di ripetere il rito del cappuccino al bar, ma si vede che la sua vita è cambiata e il mondo in cui si muove non è più il suo. Troppo anziana e troppo rigida forse, per adeguarsi ai tempi.
Alzandomi saluto lei e la badante. Per un attimo la vedo addolcirsi, sorridere e sentirsi protagonista come se riconoscesse qualcosa che le appartiene, quel 'buongiorno signora' l'ha riportata nella sua vecchia Torino fatta di educazione e cortesia. Sicuramente subito dopo avrà commentato con la badante che sì esistono ancora persone educate, ma avrà senz'altro criticato il mio abbigliamento poco elegante e i lunghi e scompigliati capelli non adatti ad una persona della mia età. Però quel 'Buongiorno Signora' l'ha fatta star bene.

Mi alzo e vado alla cassa, il ragazzo biondino giovane e indaffaratissimo mi lancia un 'arrivo subito', non c'è problema rispondo, non ho fretta. Pagando commento che da quando sono in pensione non ho più fretta. Che bello, mi dice con un velo di tristezza, io non riesco più a far nulla al di fuori dal lavoro, lavoriamo 10 ore al giorno e vorrebbero che lavorassimo di più. Scambiamo due parole, gli dico che so cosa significhi, non ho dimenticato i miei ultimi anni e non ho bisogno di commentare molto, lui sorride si sente compreso, basta un po' di umanità e il lavoro diventa più sopportabile. Dai un barlume di speranza oggi c'è. Lontano forse, ma qualcosa sta cambiando.

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