venerdì 29 febbraio 2008

Il prezzo del pane

Anche stamattina, dopo aver fatto colazione al caffé Roma sono andata a comprare il pane nell'edificio appena ristrutturato. Davanti a me un signore della vecchia Torino, anziano, distinto, dritto come un fuso, cappotto spigato grigio e cappello a tesa larga grigio scuro, una nota di colore, una sciarpa color pastello annodata al collo con eleganza, aria serena e sorridente.
Si parla dei nuovi stand che stanno aprendo.
Ci sono solo più panetterie, commenta il torinese distinto, una volta c'erano gran banchi di salumi e formaggi, ora la gente sembra mangiare solo più il pane. Evidentemente, continua, è la cosa più richiesta altrimenti non si spiega. Ma come fanno a tirarsi fuori dalle spese? Intanto ritira il sacchetto color nocciola e conta le monete sul banco. Guardi qui, spendo 0.75 centesimi, neanche un euro. Come fanno a guadagnare abbastanza per pagare il banco lo stand e il personale?
Eppure aprono panetterie, conferma la panettiera, grembiule bianco, ben truccata, coda di cavallo e frangia nera. Guardi, qui davanti, ne aprono un'altra. E indica lo stand di fronte ancora vuoto.
Potevano almeno girare il banco sul corridoio opposto, commenta ancora il pensionato voltandosi verso di me, La gente mangia solo più del pane evidentemente. E a volte forse neanche quello aggiungo io. Lui fa cenno di sì con la testa. La panettiera mi consegna il sacchetto con il pane nero, 0.50 centesimi. Grazie Buona giornata, e si gira verso altri clienti che nel frattempo sono arrivati.
giovedì 28 feb 2008

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