giovedì 20 gennaio 2011

La casa di Biancaneve

Eccomi qui, stavolta come Uccel di Bosco, a raccontare una storiella.
Sono arrivata qui, nell'isola misteriosa, il 31 dicembre. Mentre tutti si accingevano a festeggiare l'arrivo del nuovo anno io arrivavo in aeroporto e con un taxi partivo alla volta della casetta di Biancaneve.
E viaggia, viaggia, viaggia, curva dopo curva, grandi salite, paurose discese, nel buio attraversavamo paesi, stranamente deserti, nonostante la notte dei bagordi. Verso le 11 raggiungevamo il piccolo borgo dove mi sarebbe venuta a prendere la signora che mi ha affittato la casetta. Si' perche' dalla strada 'principale' bisogna percorrere ancora un km circa di strada sterrata.
Da dove si lascia la macchina poi, bisogna percorrere un sentiero e una scala scavata nella pietra per raggiungere il terrazzo dal quale si accede alla casa.
Un freddo tremendo e una stellata fantastica mi hanno accolta. Anzi ci hanno accolte perche' per quindici giorni sono stata in compagnia di una amica. Ora da qualche giorno sono da sola. Ho tutto il necessario per vivere in modo semplice e spartano: la luce la danno i pannelli solari, mentre per l'acqua calda si usa la bombola del gas, la stufa la si accende con i gusci di mandorla che qui abbondano, i rifiuti vengono differenziati e l'umido viene messo direttamente in una buca nella terra (come per altro faceva mia nonna gia' cinquant'anni fa).
Ho un bagnetto con doccia, la cucina e una camera da letto, 40 mq in tutto. Davanti a casa un terrazzino che si affaccia sulla vegetazione straordinaria dell'isola e in fondo 700 mt piu' in basso: l'oceano.

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